Poche altre piante meriterebbero, al pari delle Passiflora, ampio spazio in un giardino mediterraneo. Oltre che facili da coltivare, infatti, e di crescita rapida, sono rampicanti e sempreverdi, con fiori insoliti, appariscenti e dai colori accesi. Scoperte nel 1500 nell’America del Sud dai navigatori spagnoli, le Passiflora vantano frutti quasi sempre eduli, grandi più o meno come un uovo e con la medesima forma, arancio acceso a maturità.
Indice
Come seminare la passiflora
La passiflora è una pianta rampicante dalle bellissime fioriture, originaria dell’America tropicale. La sua coltivazione è relativamente facile, ma è importante seguire alcuni passi fondamentali per una corretta semina.
Ecco una guida dettagliata per la semina della passiflora:
Raccolta dei semi: I semi della passiflora possono essere raccolti dai frutti maturi, dopo averli aperti con un coltello. I semi maturi saranno marroni e duri.
Preparazione dei semi: Dopo averli raccolti, i semi della passiflora dovrebbero essere fatti essiccare all’aria per alcuni giorni. Successivamente, i semi possono essere posti in un sacchetto di plastica e conservati in frigorifero per circa un mese prima della semina.
Preparazione del terreno: La passiflora preferisce un terreno ben drenato, con una buona quantità di sostanza organica. Preparare il terreno miscelando della sabbia con terriccio universale, creando un mix che favorisca un drenaggio ottimale.
Semina dei semi: La semina dei semi della passiflora dovrebbe essere fatta in primavera. I semi dovrebbero essere posti in un vaso con il terreno precedentemente preparato. Inserire i semi ad una profondità di circa 2 cm e coprirli leggermente con terriccio.
Irrigazione: Dopo aver seminato, annaffiare il vaso delicatamente con acqua.
Come coltivare la passiflora
Esposizione: Poco tolleranti nei confronti del freddo, andranno sistemate in posizioni riparate, meglio se in pieno sole; a mezz’ombra, infatti, fioriranno meno, e meno ancora in ombra completa.
Terreno: Le Passiflora vogliono terreni poveri, pietrosi o sassosi, pena l’ottenere soltanto foglie e quasi nessun fiore. Se il vostro terreno perciò fosse troppo ricco, lo potrete impoverire mescolandovi molte pietre. Altra irrinunciabile esigenza, poi, è che sia ben drenato.
Impianto: Al sud possono essere piantate a fine inverno – inizio autunno oppure all’inizio della primavera, preferendo la prima possibilità nelle zone con scarse precipitazioni primaverili. Ricordate che se le volete far arrampicare, dovrete addossare al muro prescelto un traliccio in ferro, plastica o bambù.
Potatura: In inverno si tagliano di un buon terzo i getti più robusti, accorciando a 4-5 gemme quelli laterali. I rametti più sottili, invece, che sono quelli che porteranno i fiori, non vanno toccati.
Moltiplicazione: Le Passiflora si possono propagare per seme e talea. Si semina in marzo, in semenzaio, a una temperatura costante di 18-20 °C una volta nate le piantine le si trapianta in vasi di 8-10 centimetri di diametro. Le talee, lunghe 8-10 centimetri, vanno invece prelevate in luglio-agosto e piantate in un composto in parti uguali di torba e sabbia. Quando hanno radicato si invasano singolarmente in contenitori di 10 centimetri dl diametro, abituandole gradatamente alla temperatura esterna. Si mettono a dimora in maggio.
Specie: Le specie appartenenti al genere sono oltre 400 e di queste un buon numero è presente in coltivazione. Si potrebbe cominciare, per esempio, con la robustissima Passiflora caerulea, forse la più coltivata, che può crescere anche 6 metri, ed ha fiori ampi, azzurro-lilla e avorio, e poi continuare con alcuni dei suoi ibridi, come Passiflora alata x caerulea ‘Imperatrice Eugenia’ o Passiflora caerulea x racemosa, dalla quale entrambi hanno ereditato rusticità e adattabilità a climi freschi. Ancora più belle sono forse Passiflora quadrangularis, simile a caerulea; Passiflora amethystina, con petali e sepali rovesciati all’indietro; la rosea Passiflora foetida, divenuta infestante nei paesi d’origine; Passiflora coccinea, antioquiensis, pinnatistipula, adatte alle zone più calde della Penisola.
Come si mangia il frutto della passiflora
Il frutto della passiflora, noto anche come frutto della passione, è un frutto commestibile con una polpa dolce e succosa con un sapore caratteristico leggermente acidulo. Ecco alcuni passaggi per mangiare il frutto della passiflora:
Seleziona un frutto maturo: Il frutto della passiflora è maturo quando la buccia è marrone e leggermente raggrinzita. Scegli un frutto che abbia una buccia liscia e priva di macchie o ammaccature.
Lavare il frutto: Dopo aver scelto il frutto, lavarlo accuratamente con acqua corrente per rimuovere eventuali residui di pesticidi o sporco.
Tagliare il frutto a metà: Utilizzando un coltello affilato, tagliare il frutto della passiflora a metà, longitudinalmente.
Rimuovere la polpa: Con un cucchiaino o un coltello, rimuovere delicatamente la polpa della passiflora dalla buccia. La polpa dovrebbe essere morbida e facile da rimuovere.
Rimuovere i semi: Dopo aver rimosso la polpa, è possibile notare molti piccoli semi di colore nero all’interno. I semi possono essere rimossi facilmente con una forchetta o con le dita.
Consumare la polpa: La polpa del frutto della passiflora è commestibile e può essere mangiata cruda. La polpa ha un sapore dolce e acidulo ed è spesso utilizzata per preparare succhi, gelati o altre ricette.
In sintesi, il frutto della passiflora è un frutto commestibile con una polpa dolce e succosa con un sapore caratteristico leggermente acidulo. Dopo aver selezionato un frutto maturo, va lavato, tagliato a metà, rimossa la polpa e i semi, e infine consumato crudo o utilizzato per preparare altre ricette.