Le viti sono fatte dei più diversi materiali, tra cui l’acciaio, l’ottone, il rame, il bronzo e l’alluminio, e possono essere galvanizzate, nichelate, zincate, cromate, ecc. Le viti standard hanno la filettatura semplice; alcuni tipi speciali hanno, invece, la filettatura a doppia elica, che consente in pratica di dimezzare il numero di giri necessari per ottenere l’accoppiamento vite-madrevite (foro o corpo cavo filettato). Queste viti sono anche temprate e possono quindi essere avvitate con un giraviti elettrico.
Le caratteristiche fondamentali di una vite sono le dimensioni e il profilo del filetto; per quanto riguarda le prime, gli elementi piú importanti sono il passo, cioè la distanza (misurata parallelamente all’asse della vite) tra due punti corrispondenti del profilo; il diametro esterno, che è il diametro massimo della vite, misurato sulla cresta del filetto; il diametro interno, misurato sul fondo della vite. cioè il diametro della parte piena della vite stessa. Per quanto attiene alla filettatura, il piú diffuso è il tipo a profilo triangolare; a seconda che il passo e gli altri elementi vengano misurati in millimetri o in pollici, si parla di filettatura metrica o filettatura Whitworth o inglese. Tutte le filettature metriche sono state unificate secondo le norme ISO (International Organization for Standard) e i dati caratteristici delle varie viti sono riportati in una serie di tabelle, che è opportuno consultare in caso di dubbi.
Per ogni lavoro è necessario usare le viti appropriate, non solo per quanto riguarda dimensioni e profilo del filetto, ma anche per la forma della testa, di cui si distinguono cinque tipi principali
-Testa svasata piana. La testa della vite penetra completamente nel foro, rimanendo così allineata con la superficie o appena al di sotto di essa.
-Testa svasata con calotta. Di questa vite, la parte svasata della testa penetra nel foro, mentre la calotta rimane in superficie.
-Testa tonda o bombata. Vite usata soprattutto per elementi di metallo: la testa rimane in superficie e può avere una funzione decorativa.
-Vite maschiata per vetro. La parte a testa svasata piana di questa vite penetra in profondità e nel foro filettato al suo centro viene avvitato un elemento bombato, che ha una funzione essenzialmente decorativa.
-Viti di pressione. Si tratta di viti particolari, utilizzate in genere per fissare organi meccanici e che presentano una caratteristica sagomatura dell’estremità (piatta, arrotondata, conica, ecc.) per consentirne l’inserimento in apposite cavità dell’organo da bloccare.
I primi tre tipi sono disponibili con intaglio semplice e con intaglio a croce. Oltre a quelle ricordate, vi sono poi viti particolari, chiamate autofilettanti, che — una volta inserite in un foro creato in precedenza — sono in grado di crearsi un alloggiamento, filettando il foro stesso. Poiché in tal modo si ottiene un accoppiamento stabile dei vari pezzi, le viti autofilettanti sono usate soprattutto per collegare elementi metallici (mobili, elettrodomestici, intelaiature di finestre).
Come inserire una vite e avvitarla
Per inserire una vite nel legno, prima di tutto preparare un foro d’invito con un punteruolo o un succhiello; quindi, usando due punte diverse, occorre fare con il trapano due fori di alloggiamento per la vite: uno stretto, per la filettatura, l’altro piú largo per la radice; se la vite è a testa svasata, occorre preparare anche un alloggiamento per la testa, usando una fresa.
Rimozione di una vite
Se una vite è bloccata, si può tentare di rimuoverla con l’aiuto di una pinza autobloccante; nel caso l’inconveniente sia provocato da ruggine o incrostazioni, applicare un olio penetrante, facendolo scorrere lungo la filettatura e lasciarlo agire per alcune ore. Se non si ottiene alcun risultato, riscaldare la testa della vite con la punta di un saldatore: la dilatazione del metallo per effetto del calore dovrebbe infatti causare il distacco della ruggine o delle incrostazioni, consentendo di sbloccare la vite.
Nel caso la testa della vite si sia rotta e una parte sporga sulla superficie dell’elemento, tentare di estrarla con una pinza autobloccante; se la rottura è avvenuta a filo della superficie, per rimuovere il gambo è opportuno ricorrere a un estrattore.